Una delle fasi relative alla crescita dei nostri piccoli è rappresentata dal momento in cui diventa necessario farli dormire da soli (generalmente è opportuno dopo il raggiungimento del primo anno d’eta), un momento in cui il distacco può risultare traumatico, anche per noi genitori. “È ora di andare a letto” significa separazione e può far paura, eppure imparare a dormire separati dai genitori è il primo passo in cui il bambino può vedere se stesso come un individuo indipendente.

È importante partire da un concetto generale: il bambino durante la notte non ha bisogno dei genitori, l’unica cosa di cui ha realmente necessità è il riposo. Imparare ad addormentarsi da soli è un’abilità importante che aiuta il bambino a capire che anche da solo può sentirsi al sicuro, soprattutto se i genitori dormono nella stanza accanto.

Se ti stai chiedendo qual è l’età giusta per abituare il bambino a dormire da solo, sappi che non è la stessa per tutti i bambini, spetterà alla nostra sensibilità innata capire quale sarà il momento giusto, anche in funzione delle necessità della famiglia, magari chiedendo anche il supporto del proprio pediatra.  Di seguito alcuni utili consigli su come fare addormentare i bambini da soli e vivere così tutta la famiglia una notte rilassata.

Come fare addormentare i bambini da soli

Spesso l’argomento viene relegato al solo mondo dei bambini, eppure dormire da soli non è facile neanche per noi adulti, quante volte per addormentarci abbiamo bisogno del nostro cuscino o coperta preferita, seguire pedissequamente un rituale, ad esempio leggere un libro, dare uno sguardo alle notizie della giornata leggendo giornali o visitando siti web, addormentarci con la TV accesa? Abitudini regolari e rituali della buonanotte giocano un ruolo importante nell’aiutare anche i bambini a dormire bene, si crea così una sorta di legame tra l’attività svolta e la necessità di spegnere la luce subito dopo averla portata a termine, un escamotage che può rendere l’ora di andare a letto un momento davvero speciale. Per i bambini più piccoli, prova a usare un diagramma illustrato così da aiutarli ad apprendere la nuova routine, mostrando visivamente le azioni come, ad esempio, cambiare i vestiti, lavarsi i denti e leggere un libro.

Fai attenzione a non cadere nella trappola “dell’ultima volta”, è quasi scontato che i bambini ci chiederanno di compiere un’azione per l’ultima volta, così da rimandare il distacco; se si alzano dal letto non reagire, prendili semplicemente per mano e riportali a letto. Se discuti o cedi alle loro richieste, stai semplicemente cadendo nel “tranello” di ritardare l’ora di andare a ninna. Nelle prime settimane se il bimbo di tanto in tanto dovesse manifestare un chiaro bisogno di tornare nel lettone o in camera a metà della notte, meglio essere accondiscendente purché non diventi un vizio.

Un modo per assicurare al bambino la nostra presenza è quella di sederci accanto a lui su una sedia creando un primo distacco dal letto, spiegando al piccolo che stare seduti sulla sedia può essere per noi più comodo, rassicurandolo con la lettura della sua favola preferita, così assecondandogli il sonno; nelle sere a seguire potremmo spostare la sedia sempre di più dal letto, intervallando la lettura con delle pause in cui ci sposteremo dalla stanza con una qualunque scusa, così da “abituarlo” gradualmente a vivere il suo letto da solo; facciamo in modo che le pause di distacco diventino sempre più prolungate: “vado in cucina a sistemare la tavola, poi ritornerò a rimboccarti le coperte”, “devo chiamare al telefono la nonna per sapere come sta, 10 minuti e sarò da te”, “ho bisogno di una doccia calda per riprendermi dalla stanchezza della giornata, appena finisco passerò a darti un bacio”. Non disperare se ci vorrà più tempo, sarà necessario dedicare a questa prassi tutto il tempo necessario, con pazienza e fermezza questo tipo di approccio dovrebbe dare i suoi buoni risultati.

Per fornire al piccolo un senso di sicurezza maggiore visto il distacco dai genitori, puoi farlo addormentare con un oggetto a cui tiene molto: una bambola, un orsacchiotto, una copertina, così da creare un legame in grado di confortare e rassicurare il piccolo prima che si addormenti. Nel caso di paura del buio, è bene lasciare accesa nella stanza una piccola luce soffusa, avendo cura a non creare strane ombre che potrebbero creare strane fantasie nella mente del bambino, favorendo il senso di smarrimento e il timore di essere stati lasciati soli.

A volte anche una semplice copertina colorata può essere l’oggetto al quale far legare il piccolo e rendere il suo sonnellino lontano da mamma e papà un momento magico.

Far dormire i piccoli da soli significa anche metterli a proprio agio creando un ambiente confortevole: poca luce, silenzio, stanza a temperatura ideale (il troppo caldo non è mai consigliato, così come il freddo esagerato), biancheria adeguata; potrebbe sembrare strano, ma spesso basta indovinare il pigiamino, copertina o lenzuolino giusto per rendere la fase del riposo notturno piacevole e ricercata; sarà ad esempio cura di noi genitori creare intorno al pigiamino una fantastica storia che invogli il bimbo a indossarlo subito a fine giornata.

Neonati che dormono da soli o con i genitori, cosa dice la scienza

In uno studio condotto per confrontare i modelli di sonno dei bambini che dormono con i genitori con quelli dei bambini che dormono da soli è emerso che i neonati che dormono con i genitori hanno più risvegli notturni rispetto a quelli che dormono da soli. Anche se i neonati che dormono con i genitori tendono a svegliarsi più spesso, i loro risvegli durano meno rispetto a quelli dei neonati che dormono da soli. Una curiosità, i neonati che dormono con i genitori trascorrono circa il 40% del tempo dormendo “verso” la madre.

 

Foto di Gwen M da Pixabay

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