Ultimo aggiornamento: 11/04/2024
Potrebbe sorprenderti sapere che uno dei coloranti alimentari più comuni, responsabile del colore rosso brillante che spesso troviamo in molti prodotti, è in realtà ottenuto da una fonte insolita: insetti. Questo prodotto, conosciuto come colorante E120 o carminio, deriva dalla cocciniglia, un minuscolo insetto originario dell’America Latina. La cocciniglia viene triturata per estrarre il pigmento rosso intenso, che viene poi utilizzato nell’industria alimentare per colorare una vasta gamma di prodotti, tra cui dolci, bevande e prodotti da forno.
Il Perù è il principale produttore mondiale di cocciniglia, detenendo una quota impressionante del 95% del mercato internazionale. Questo piccolo insetto ha un ruolo significativo nell’economia di alcuni paesi latinoamericani, con il Perù in cima alla lista dei produttori. La cocciniglia è coltivata e raccolta su larga scala, e il suo pigmento rosso viene estratto attraverso processi specifici per garantire la qualità e la purezza del colorante utilizzato nell’industria alimentare
Il colorante e120 è, di fatto, un alimento base dell’industria alimentare mondiale, viene aggiunto a tantissimi alimenti, dagli yogurt ai gelati, dalle torte alla frutta, alle bibite, ai cupcake, alle ciambelle. È finanche presente in diversi prodotti dell’industria cosmetica, ad esempio spesso viene utilizzato nella formulazione di molti rossetti. Il colorante può essere utilizzato per creare una vasta gamma di colori: rosa, arancio, viola e rosso.
Il carminio continua ad essere ampiamente utilizzato perché è un additivo alimentare molto stabile, sicuro e duraturo, poco influenzato dal calore o dalla luce solare. Pare sia stato scoperto e utilizzato prima dai Maya e poi dagli Aztechi più di cinque secoli fa.
Come viene prodotto il colorante e120
Gli insetti femmine (Dactylopius coccus), lunghi circa 5 mm, vengono spazzolati via dai cactus del fico d’india, quindi essiccati e poi tritati. Il colore rosso deriva dall’acido carminico (esattamente si tratta di un sale d’alluminio dell’acido carminico), che costituisce quasi un quarto del peso degli insetti. Per produrre 500g di colorante occorrono ben 70mila cocciniglie.
Visto il dilagante fenomeno del veganesimo, l’industria alimentare sta cercando una valida alternativa non animale, ad esempio, la nota caffetteria Starbucks sta gradatamente eliminando il colorante da caffè, frullati e torte sposando il licopene, un altro estratto naturale dal pomodoro. Altre alternative di colorazione alimentare naturale includono estratti di frutti di bosco e barbabietola rossa. Eppure, nessuno è duraturo e facile da usare come il prodotto ricavato dalla cocciniglia.
Colorante cocciniglia fa male?
In letteratura, legato al consumo di questo additivo si registra qualche caso di asma tra le persone impegnate nella lavorazione del colorante, nonché di allergia. Nella fattispecie, in uno studio si afferma che “l’asma professionale causata dall’inalazione del carminio dovrebbe essere considerato un ulteriore esempio della capacità di alcune particelle proteiche della cocciniglia di agire come aeroallergeni. Il carminio dovrebbe essere aggiunto all’elenco degli agenti in grado di scatenare l’asma professionale, il cui meccanismo, secondo i nostri studi, sarebbe immunomediato da anticorpi IgE a fronte di diversi allergeni ad alto peso molecolare, che possono variare da paziente a paziente.
Poiché si tratta di una colorazione ampiamente utilizzata come additivo alimentare, come eccipiente farmaceutico e nella composizione di numerosi cosmetici, non sorprende che le reazioni allergiche possano manifestarsi sia attraverso l’ingestione che mediante il contatto cutaneo diretto… l’allergene può agire sia attraverso l’inalazione che la digestione, dando origine a una sindrome allergica che può mostrarsi clinicamente con espressioni sia di allergia respiratoria che alimentare”.
Per far fronte alle possibili allergie, alcuni produttori, impiegando un procedimento conosciuto come idrolisi enzimatica, producono il colorante E120 in cui riducono drasticamente le proteine animali con PM maggiore di 6000.
Alternative al colorante e120
Le barbabietole rosse sono utilizzate per produrre un colorante alimentare chiamato betanina, purtroppo, rispetto al colorante e120, si degrada se esposto a luce, calore e ossigeno, viene pertanto utilizzato solo in prodotti alimentari che hanno una breve durata di conservazione o sono congelati. A proposito di barbabietole rosse, conosci la mia ricetta? Pasta con la barbabietola rossa e noci