Entrando in un qualsiasi negozio della GDO si possono notare sin da subito una miriade di prodotti già confezionati. Le categorie di prodotti che arrivano nei punti vendita già pronti per essere venduti sono molteplici e ognuna offre specifiche problematiche a chi si occupa di confezionamento. Considerando però la questione in senso generale, è possibile indicare alcune modalità di produzione delle confezioni.
Chi confeziona?
Questa domanda è essenziale per comprendere come si confezionano i prodotti. Perché in alcuni casi sono le aziende che producono giocattoli, alimenti, cancelleria, cosmetici a occuparsi direttamente del confezionamento: ricevono delle confezioni già pronte, o in bobine flow pack personalizzate, e usano questi materiali per confezionare i propri prodotti. In altri casi invece sono le aziende che producono le confezioni a occuparsi del confezionamento. Questo avviene solitamente con alimenti, soprattutto con quelli che devono essere confezionati a temperatura controllata o in ambienti particolari. Tale attività può comunque essere svolta sia nella sede produttiva dell’azienda di confezionamento, sia in quella dell’azienda che produce il prodotto da confezionare. Quest’ultimo viene chiamato confezionamento conto terzi e in genere le due aziende lavorano in sinergia, in modo da produrre il packaging perfetto, ideale per il singolo prodotto.
Le confezioni degli alimenti
Il packaging per alimenti offre ovviamente sfide ulteriori, visto che il cibo non deve essere contaminato dal materiale della confezione e deve mantenere le proprie caratteristiche. Chiaramente a seconda dell’alimento è possibile scegliere modalità di confezionamento diverse. Ad esempio ci sono cibi che vengono confezionati in atmosfera modificata, solitamente si tratta di aria privata della sua naturale percentuale di ossigeno. In pratica le confezioni vengono riempite di azoto, in modo che l’alimento rimanga fresco e non si ossidi, attività svolta dall’ossigeno presente nell’aria che ci circonda. Ci sono poi alimenti che vanno confezionati ancora caldi, appena usciti da un forno; o altri ancora che invece devono essere conservati a basse temperature. È quindi necessario poter controllare non solo il materiale e la tipologia di confezione, ma anche l’atmosfera e la temperatura presente nel luogo di confezionamento. Un’altra modalità di confezionamento molto usata per gli alimenti è il sottovuoto: la busta, in genere in materiale plastico, viene completamente privata dell’aria al suo interno.
Flow pack: una soluzione innovativa
Abbiamo poco sopra citato le bobine flow pack; si tratta di una tecnologia innovativa, che viene però sfruttata da moltissimo tempo. In pratica le confezioni sono prestampate su ampi fogli nel materiale prescelto per il confezionamento. Appositi macchinari permettono di inserire le bobine e di tagliare ogni singola confezione al momento del confezionamento, richiudendola sul prodotto da confezionare. È un’attività rapida, che garantisce il massimo rispetto del prodotto. Le bobine per il flow pack possono contenere centinaia di confezioni, in materiali molto vari. Si tratta in genere di materie plastiche: il foglio viene piegato sul prodotto e saldato tramite il calore. Sempre più spesso però si producono flow pack in multistrato, ad esempio in plastica e carta o con uno strato in alluminio, completamente opaco alla luce solare. Si possono produrre con questa modalità confezioni di ogni dimensione, si utilizza infatti anche per le bustine monodose.