Un recente studio finlandese ha rivelato dati preoccupanti sull’uso degli smartphone tra le ragazze adolescenti, sollevando importanti interrogativi sulla loro salute e benessere. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Archives of Disease in Childhood, ed ha analizzato l’uso quotidiano degli smartphone e l’impatto dei social media su un campione di studentesse universitarie con età compresa tra 15 e 16 anni.
Le ragazze trascorrono 6 ore al giorno sullo smartphone
Secondo i dati raccolti nel 2022, le adolescenti trascorrono in media 5,8 ore al giorno sui loro smartphone, con quasi quattro ore dedicate ai social media; tra le app utilizzate regolarmente spiccavano i videogiochi, con un utilizzo medio di 24 minuti al giorno. Sorprendentemente, non è emersa alcuna differenza significativa nell’uso tra i giorni feriali e i fine settimana, indicando una costante dipendenza dalla tecnologia. I partecipanti allo studio hanno anche fornito auto-valutazioni riguardanti la loro salute, umore, stanchezza e solitudine. I risultati hanno rivelato che il 17% delle ragazze mostrava segni di dipendenza dai social media, mentre il 37% manifestava sintomi di disturbi d’ansia. Ma non solo, altri studi hanno appurato un legame tra insonnia, insorgenza di rughe e utilizzo incauto dello smartphone.
La dipendenza dai social media è stata direttamente collegata a numerosi effetti negativi sul benessere delle adolescenti. Tra questi, livelli più elevati di ansia, una peggiore percezione della propria immagine corporea, salute complessivamente peggiore, umore depresso, maggiore stanchezza e sentimenti accentuati di solitudine. Questi effetti negativi evidenziano un quadro allarmante delle implicazioni a lungo termine dell’uso eccessivo degli smartphone.
Sebbene la ricerca sia allarmante, gli autori dello studio hanno sottolineato alcune limitazioni nella loro ricerca, sottolineando che dall’analisi non sono stati esclusi i partecipanti con possibili preesistenti problemi di salute mentale e la valutazione della media scolastica è stata auto-segnalata dagli studenti senza un riscontro diretto, introducendo, di fatto, un potenziale bias. Inoltre, alcuni adolescenti hanno fornito dati anagrafici incompleti, limitando la completezza dei risultati. I ricercatori hanno enfatizzato la necessità di interventi mirati da parte degli operatori sanitari e della politica, suggerendo la creazione di “zone libere dalla tecnologia” per incoraggiare le relazioni interpersonali dirette.
Le implicazioni di queste scoperte sono serie e richiedono un’azione concertata da parte di genitori, educatori, operatori sanitari e politici. Creare un ambiente che promuova un uso sano e bilanciato della tecnologia è essenziale per garantire che le future generazioni possano crescere in modo sano, sia fisicamente che mentalmente.