La comunicazione tra piante è un fenomeno complesso e affascinante che è stato oggetto di studio da parte dei ricercatori per molti anni. Le piante sono in grado di comunicare tra loro attraverso una varietà di segnali, tra cui quelli chimici, fisici e biotici. I segnali chimici sono i più diffusi e sono prodotti dalle piante sotto forma di Composti Organici Volatili (COV) che possono essere rilasciati nell’aria, nell’acqua o nel suolo e possono essere percepiti da altre piante.
La percezione dei COV nelle piante è stata segnalata per la prima volta all’inizio degli anni ’80. Due gruppi individuali hanno dimostrato che gli alberi di salice di Sitka Salix sitchensis ) e di pioppo (Populus x euramericana ) mostravano maggiori proprietà antierbivore quando coltivati vicino a piante danneggiate. Tale “cooperazione” mediata da COV è stata segnalata in più di 30 specie di piante, tra cui il fagiolo di Lima, il tabacco, il pomodoro, l’artemisia e l’Arabidopsis.
Una recente ricerca pubblicata sul magazine scientifico Nature Communications, portata avanti da un team di ricercatori dell’Università di Cambridge, guidato dal professor Masatsugu Toyota dell’Università di Saitama (Giappone), ha sviluppato una nuova tecnica che permette di visualizzare la comunicazione tra piante in tempo reale. La tecnica si basa sull’utilizzo di una combinazione di sensori e intelligenza artificiale per rilevare e tracciare i COV rilasciati dalle piante.
Cosa dice la ricerca
Lo studio ha dimostrato che le piante possono comunicare tra loro per una varietà di motivi, ad esempio per difendersi dai predatori, rilasciando COV che attirano insetti predatori che si nutrono dei parassiti, competere o cooperare con altre piante rilasciando COV che ostacolano la crescita delle altre piante o che, viceversa aiutano altre piante a sopravvivere in condizioni avverse. Gli scienziati coinvolti nella ricerca hanno realizzato dei dispositivi in grado di incanalare le molecole generate da piante di Arabidopsis thaliana attaccate da bruchi verso altri esemplari non interessati dal problema.
La ricerca ha anche dimostrato che la comunicazione tra piante può essere influenzata da fattori ambientali, come la luce, la temperatura e l’umidità. Tali risultati possono avere importanti implicazioni, ad esempio permettendo agli scienziati di sviluppare nuovi metodi per la protezione delle piante dai parassiti e per migliorare la produttività agricola.
Di seguito alcuni esempi concreti di comunicazione tra piante. I pomodori rilasciano un COV che attira gli insetti impollinatori, le piante di grano, invece, rilasciano un COV che ostacola la crescita delle erbacce e le querce rilasciano un COV che aiuta altre piante a resistere alla siccità. Fonte