Migliore olio per friggere

Negli Stati Uniti l’Alzheimer colpisce quasi 7 milioni di adulti di età pari o superiore a 65 anni, lo rivela il rapporto 2024 dell’Alzheimer’s Disease Facts and Figures dell’Alzheimer’s Association.

Una recente ricerca condotta presso la Central University of Tamil Nadu, in India, ha sollevato nuove preoccupazioni riguardo all’uso ripetuto dell’olio da friggere e i potenziali rischi per la salute cerebrale. Lo studio, guidato dalla dottoressa Kathiresan Shanmugam, ha esaminato l’impatto del consumo di oli riutilizzati sulle condizioni neurologiche utilizzando un modello animale.

I risultati, che saranno pubblicati sul Journal of Biological Chemistry, indicano un legame diretto tra l’uso prolungato di oli riutilizzati e livelli significativamente più elevati di neurodegenerazione. I ricercatori hanno scoperto che i ratti alimentati con diete contenenti oli da cucina riutilizzati hanno mostrato segni di stress ossidativo e infiammazione nei tessuti epatici, insieme a danni significativi al colon.

Tuttavia si tratta di studi che andrebbero approfonditi; “La frittura ad alte temperature è stata collegata a diversi disturbi metabolici, ma non sono state condotte indagini a lungo termine sull’influenza del consumo di olio fritto e sui suoi effetti dannosi sulla salute”, ha affermato Kathiresan Shanmugam.

Il legame tra oli riutilizzati e danni cerebrali

Quello che preoccupa maggiormente gli scienziati è l’associazione tra l’uso di oli riutilizzati e il danno a livello cerebrale. Gli esperimenti hanno rivelato danni strutturali in aree cruciali per la salute del cervello dei ratti, suggerendo un potenziale rischio di malattie neurologiche come l’Alzheimer.

Ma cosa accade esattamente agli oli quando vengono riutilizzati? Gli esperti spiegano che il riscaldamento degli oli ad alte temperature altera la loro composizione chimica, riducendo i benefici antiossidanti e generando composti dannosi come i grassi trans e le aldeidi. Questi cambiamenti chimici rendono gli oli sempre più instabili e tossici ad ogni riutilizzo, con conseguenze negative sulla salute metabolica e neurologica.

I risultati di questa ricerca mettono in luce la necessità di una maggiore consapevolezza sui rischi associati all’uso ripetuto dell’olio da friggere e sottolineano l’importanza di pratiche alimentari più salutari. Gli esperti consigliano di evitare il riutilizzo dell’olio per friggere e di optare per alternative più sicure e salutari per preservare la salute generale, compresa quella cerebrale.

Il team di ricerca ora spera di esplorare gli effetti dell’olio di frittura sulle malattie neurodegenerative negli esseri umani come l’Alzheimer e il Parkinson, nonché sull’ansia e sulla depressione. La ricerca è stata presentata  al Discover BMB , l’incontro annuale dell’American Society for Biochemistry and Molecular Biology, tenutosi dal 23 al 26 marzo a San Antonio (Texas).

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