donna alzheimer

C’è tanta ricerca sull’Alzheimer, come quello in cui si afferma ches il grasso nascosto può aumentare il rischio di malattia di Alzheimer e oggi un team di scienziati dell’Università di Lund, in Svezia, ha dichiarato di aver sviluppato un nuovo esame del sangue che potrebbe rivoluzionare la diagnosi del morbo di Alzheimer. La ricerca, pubblicata sul magazine scientifico JAMA, dimostra che il test può rilevare la patologia con un’accuratezza del 90%, paragonabile a metodi più invasivi come la puntura lombare o la PET.

Attualmente, la diagnosi di Alzheimer si basa su costose scansioni cerebrali e campioni di liquido spinale, strumenti non sempre disponibili, questo nuovo esame del sangue, invece, offre una soluzione più pratica e meno invasiva, rendendo possibile una diagnosi precoce e precisa per un maggior numero di pazienti, andando ad analizzare particolari proteine nel sangue; infatti, sebbene i processi che portano all’Alzheimer coinvolgano un complesso mix di fattori genetici e ambientali, una cosa che accomuna tutti gli individui affetti da questa malattia è la costante perdita di neuroni con un marcato aumento di proteine ​​anomale, nello specifico la beta-amiloide e la tau, che si raggruppano e si aggrovigliano in modi che possono danneggiare direttamente le cellule o sottoporre le stesse a un certo grado di aggressione da parte di altri processi immunologici.

Tra febbraio 2020 e gennaio 2024, i ricercatori hanno valutato 1213 pazienti in Svezia, confermando l’affidabilità del test; il neurologo Sebastian Palmqvist ha sottolineato come questo strumento possa migliorare significativamente l’accuratezza diagnostica, specialmente nell’assistenza primaria, dove attualmente solo il 61% delle diagnosi di Alzheimer è corretto.

Il test, già disponibile negli Stati Uniti, potrebbe essere implementato in altri Paesi entro uno o due anni, inizialmente in cliniche specializzate. Oskar Hansson, ricercatore senior, prevede che l’adozione del test migliorerà notevolmente la tempistica e la qualità delle cure per i pazienti affetti da Alzheimer, che attualmente sono circa 55 milioni in tutto il mondo.

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